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L’Italia, “una Repubblica fondata sul lavoro” che non c’è

Frecce tricolori – Ecco il quadretto a tinte fosche del nostro paese che Alexander Chancellor, corrispondente del quotidiano inglese The Guardian, ha tracciato in occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno.

“Per ragioni che non ho mai capito, un articolo della Costituzione italiana (il Primo, nda) recita: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. Qual è il principio su cui fondare una repubblica? La Libertà? L’Uguaglianza? La Giustizia? Può darsi. Ma il lavoro? Il lavoro è qualcosa che solo le persone fanno, per di più con vari gradi di entusiasmo, ma non è certamente un ideale per una società da perseguire”. Così, l’incipit un po’ altezzoso e ovviamente molto “british” dell’articolo scritto dal corrispondente del Guardian (giornale inglese dal taglio progressista) in occasione della nostra festa della Repubblica. L’occhiello dell’articolo, se possibile, è stato ancora più esplicativo. “L’Italia ha celebrato la Festa della Repubblica, una nazione fondata sul lavoro. Peccato che tanti dei suoi cittadini non ne hanno alcuno”. Un contraddizione evidente, che stride con il principio cardine della nostra Costituzione specie se consideriamo, come evidenzia mettendo il coltello nella piaga lo stesso Alexander Chancellor, che “un terzo dei giovani italiani sono senza lavoro, nello stato di disoccupazione”.

“In ogni caso – prosegue beffardamente l’articolo del Guardian – è stato molto significativo vedere la festa nazionale che celebra la nascita di questa repubblica fondata sul lavoro, coincidere proprio questa settimana con i dati che segnalano come in Italia la disoccupazione sia salita al livello più alto dell’ultimo decennio e che quasi un terzo dei giovani oggi non hanno alcun lavoro (a fronte di circa il 18% in Gran Bretagna)”. Un dato che, per la verità, ha fatto molto più rumore all’estero che nel nostro paese, dove è passato nel sostanziale disinteresse di molti media e di gran parte della politica. Chancellor, ha poi ricordato l’esito del referendum del 1946 che ha abolito la monarchia, onde poi rilevare con sorpresa e fastidio che quando mercoledì ha provato a fare la spesa in Toscana ha trovato tutto chiuso. Due mondi – l’Italia e l’Inghilterra – come si vede, a parte.

“La Festa del 2 giugno è segnata ogni anno da una grande parata militare a Roma che comprende un passaggio di jet militari che lasciano nel cielo della città eterna tracce di rosso, bianco e verde, i colori della bandiera italiana”. Festa ridimensionata come ha messo in evidenza lo stesso quotidiano inglese. “Quest’anno, a causa dello stato triste dell’economica del paese, il corteo è stato in tono minore rispetto al solito, e un quotidiano ha pubblicato una vignetta in prima pagina con una marcia di “truppe dei disoccupati”, il titolo era appunto: “Festa della Repubblica fondata sul lavoro”. Fatto, evidentemente, che la dice lunga secondo l’autore dell’articolo, sullo stato di apatia che serpeggia per il paese. “Per risparmiare, – scrive il Guardian – il corteo è stato più breve del solito, non c’erano i carri armati o altri veicoli cingolati, che hanno così risparmiato al Colosseo quelle vibrazioni che ne hanno minacciato in passato la sua stabilità”.

Nel parterre, ovviamente, c’erano Silvio Berlusconi segnalato “spesso al suo cellulare”, e l’ottantacinquenne “presidente della Repubblica, l’ex comunista Giorgio Napolitano”. A questo punto, Chancellor chiosa con un ardito parallelo tra Napolitano e il neopremier inglese Cameron. “Il suo messaggio – quello di Napolitano – nel Repubblica Day è stato un invito “cameronesco” all’unità nazionale per affrontare la crisi economica e per ripartire equamente i sacrifici, risparmiando i più deboli ed i più vulnerabili. Il presidente italiano – aggiunge il corrispondente del Guardian che considera demagogici però i recenti slanci austeri di Cameron – vorrei aggiungere, è andato persino oltre Cameron in un esempio di rara austerità, permettendo alla settantacinquenne moglie, Clio di viaggiare senza scorta in giro per Roma sugli affollati mezzi pubblici”. Molto pittoresco, of course.